La rosa è l’emblema dell’Abbazia di Rosazzo. Il nome Rosazzo deriva dal termine “Rosacis” o “Rosazzis” andando a identificare in questo nome la crescita spontanea di una rosa antica, appartenente alla famiglia delle rose Alba. Durante la Prima Guerra Mondiale, a seguito della visita del Re Vittorio Emanuele III, la struttura abbaziale divenne sede di un ospedale militare. Qui vennero ricoverati moltissimi soldati impegnati sul vicino fronte. Tra i tanti ci ricordiamo uno in particolare al quale venne a fargli visita un parente proveniente dalle Valli del Torre. Quest’ultimo notò che sui giardini esterni cresceva copiosa una bellissima rosa e si ripromise di ritornare su queste terrazze nel periodo consono per poterne fare una talea. Fu così, e la talea negli anni divenne una vigorosa pianta che, in segno di riconoscenza a questo luogo, se la portò con sé in Francia, luogo di emigrazione. Chiese alla sua famiglia di poterla tramandare di generazione in generazione e fortunatamente ciò accadde. Nel 1929 a seguito della famosa gelata che estinse vigneti, uliveti e frutteti in Friuli Venezia Giulia, estinse anche la rosa di Rosazzo. Solo nei primi anni ’90 l’Abbazia si riappropriò della sua rosa, grazie all’inaspettata visita del pronipote della persona che ebbe cura di crescere la rosa di Rosazzo in Francia. Da quel tempo la Rosa di Rosazzo cresce nel giardino belvedere sud, facendosi ammirare in fioritura solo ed esclusivamente ad inizio maggio. È proprio per questo motivo che ogni primo fine settimana di maggio si celebra una festa in suo onore, “Rosazzo da Rosa”, dove importanti vivaisti espongono e vendono le loro meravigliose rose antiche, moderne, rare e da collezione.
